Orsacchiotto quella mattina era proprio pigro, è ciò significa molto, perché Orsacchiotto è sempre pigro, ma quella mattina ... beh!, non voleva proprio alzarsi dal letto. Così tirò su la coperta, acciambellò meglio il cuscino e chiuse gli occhi. Presto riprese a dormire e ... a sognare. Era in una distesa tutta bianca, ma non era terra, non era sabbia, no!, erano tutti fiori, fiori bianchi, bellissimi e dal profumo inebriante. Orsacchiotto iniziò a correre, sì, da non crederci, Orsacchiotto iniziò proprio a correre, una cosa che non aveva mai fatto in vita sua, era troppo pigro e correre costava molta fatica. Corri corri, ad un certo punto non ce la faceva più, la lingua tutta penzoloni, era tutto sudato (perché Orsacchiotto, potete anche non crederci, suda), aveva sete ... “aaaaaaah”, disse, in uno sfogo contro la stanchezza e si butto giù sui fiori con il pancione all’aria, verso il cielo quasi terso, ma con qualche nuvola che ogni tanto gironzorellava qua e là cambiando forma ed aspetto mentre spaziava nel cielo. Guardando quelle nuvole, ecco!, ora questa gli ricordava Pio Pio, quest’altra Cane Geppo, uh! guarda, “ora questa mi ricorda Piino Piino”, disse ad alta voce ... ma la stanchezza era tanta, così, spossato, chiuse gli occhi e si mise a dormire (perché, Voi non ci crederete, anche nei sogni ci si può addormentare). Ed iniziò a sognare, di essere nel suo letto, a casa sua a dormire ... ma poi aprì gli occhi ... era sveglio! E lo sapete cosa fece? Sì alzò dal letto, si lavò ed andò a trovare tutti i suoi amici.
Ma ora per te è l’ora di dormire, buonanotte.
Ma ora per te è l’ora di dormire, buonanotte.