Dio è solo un concetto , una astrazione , che si riferisce ad ambiti sovralogici e intellettivamente inesplicabili della Realtà, ci troviamo di fronte a qualcosa di inafferrabile , con gli strumenti del pensiero logico .
Nella sua accezione più estrema ,sebbene sia percorribile e indagabile , L'INFINITO , sin dall'inizio , ,nel silenzio più assoluto ,si fà beffe di noi .
Se però facessimo una ricerca dentro tutte le grandi religioni affermate , forse potremmo convenire , che l'idea di scoprire l'immanente dentro la trama della nostra struttura naturale , attreaverso la progressiva consapevolezza delle arcane e arcaiche emozioni che emergono autonomamente dall'inconscio e che guidano e animano e determinano coattivamente in una certa misura i nostri comportamente e anche pensieri, sia realistica , fruttuosa e verace.
Noi siamo preda di meccanismi naturali automatici che generano sentimenti e pensieri molto sottili e profondi , i quali occupano tutto lo spazio libero del nostro essere interiore , facendoci immedesimare totalmente in essi, il cuore o sentimento se è invaso da emozioni ed impulsi egoici di base ,risulta quindi occopato e non può quindi riflettere adeguatamente la bellezza trascendente e il mondo celato dello spirito.
Il detto millenario che esprime tale indicazioni di ricerca è , "conosci te stesso , conoscerai Dio e l'universo",e poichè il quadro parla del pittore , attraverso la consapevolezza delle dinamiche nascoste nella vita e nel quotidiano , e la contemplazione della natura e delle sue leggi , sicuramente saremo in grado di percepire interiormente parte del segreto che è strettamente serbato , nella trama e nella logica del creato.
Conoscere se stessi è la via , senza alcun dubbio , portare la luce della consapevolezza del pensiero cosciente sulla natura ed origine dei nostri comportamenti ,del nostro sentire e persino dei nostri pensieri , ci consente di prendere piano piano confidenza con la nostra vera poliedrica e arcana natura e di comprenderne le finalità e le dinamiche di trasformazione, sia in positivo che in negativo.
Per questo motivo , la vita di relazione , il confronto ed a volte anche i conflitti sono condizione ottimale e indispensabile , per creare opportunità di vera crescita , gli altri sono specchi formidabili attraverso cui scoprire i nostri mille difetti e impurità .
Quando noi gradatamente scopriamo la nostra natura , ne capiamo l'utilità , ma allo stesso tempo i limiti , impariamo ad accettarci , scopriamo il significato profondo delle cose ,ne vediamo la logica essenziale , intravediamo i nostri orizzonti finali , , percepiamo la grandezza del disegno divino e finalmente rassicurati ci riempiamo di fiducia e certezza, nonostante quei mille difetti che ancora si agitano meccanicamente in noi.
QUINDI , l'ambito di ricerca è nella nostra interiorità , nei meccanismi che ci animano , nella nostra natura profonda , nerlle nostre pulsioni , istinti e reazioni ,sentimenti ed emozioni, la filosofia pur essendo una ottima palestra , se non portiamo la consapevolezza nel nostro mondo inconscio , rimane solo esrcizio dialettico e qualche volta, ostentazione di saccenza.
Con ciò cmq non voglio dire che non si debbano tentare nuove vie di indagine e concettualizzazione anche in ambiti sovralogici , ma che in ogni caso non possiamo sperare di ottenere una percezione profonda e ottimale della vita ,solo attraverso l'esercizio della logica.
“Se tu desideri la divina conoscenza e riconoscimento.....applica te stesso alle prove razionali e autorevoli. Poiché le prove sono come una guida verso il sentiero, è per loro mezzo che il cuore volge verso il Sole della Verità. E quando il cuore si rivolge verso il Sole, allora l’occhio si apre e riconosce il Sole per mezzo del Sole stesso. Pertanto, le prove non saranno più necessarie, poiché il Sole è completamente indipendente, e l’assoluta indipendenza non ha bisogno di nulla, comprese le prove.” - (Abdu’l-Bahá)
Il consiglio di Abdu’l-Bahá, rivolto a chi desidera cercare Dio, sembra sottolineare almeno due cose: primo, le prove razionali sono utili e necessari punti di partenza; secondo, la più profonda e adeguata conoscenza di Dio va al di là di tali prove ed è essenzialmente irrazionale (che va al di là della ragione). Abdu’l-Bahá evidenzia, in modo interessante, che il risultato dello studio di prove razionali, dovrebbe orientare il cuore del ricercatore verso Dio. Di conseguenza, produrre prove logiche non è cosa fine a se stessa, piuttosto un mezzo per aprire se stessi ad una più profonda esperienza della presenza divina.
(Tratto da "Esistenza di Dio - la prova scientifica" di William Hatcher)
"Esistenza di Dio - la prova scientifica" di William Hatcher
Nella sua accezione più estrema ,sebbene sia percorribile e indagabile , L'INFINITO , sin dall'inizio , ,nel silenzio più assoluto ,si fà beffe di noi .
Se però facessimo una ricerca dentro tutte le grandi religioni affermate , forse potremmo convenire , che l'idea di scoprire l'immanente dentro la trama della nostra struttura naturale , attreaverso la progressiva consapevolezza delle arcane e arcaiche emozioni che emergono autonomamente dall'inconscio e che guidano e animano e determinano coattivamente in una certa misura i nostri comportamente e anche pensieri, sia realistica , fruttuosa e verace.
Noi siamo preda di meccanismi naturali automatici che generano sentimenti e pensieri molto sottili e profondi , i quali occupano tutto lo spazio libero del nostro essere interiore , facendoci immedesimare totalmente in essi, il cuore o sentimento se è invaso da emozioni ed impulsi egoici di base ,risulta quindi occopato e non può quindi riflettere adeguatamente la bellezza trascendente e il mondo celato dello spirito.
Il detto millenario che esprime tale indicazioni di ricerca è , "conosci te stesso , conoscerai Dio e l'universo",e poichè il quadro parla del pittore , attraverso la consapevolezza delle dinamiche nascoste nella vita e nel quotidiano , e la contemplazione della natura e delle sue leggi , sicuramente saremo in grado di percepire interiormente parte del segreto che è strettamente serbato , nella trama e nella logica del creato.
Conoscere se stessi è la via , senza alcun dubbio , portare la luce della consapevolezza del pensiero cosciente sulla natura ed origine dei nostri comportamenti ,del nostro sentire e persino dei nostri pensieri , ci consente di prendere piano piano confidenza con la nostra vera poliedrica e arcana natura e di comprenderne le finalità e le dinamiche di trasformazione, sia in positivo che in negativo.
Per questo motivo , la vita di relazione , il confronto ed a volte anche i conflitti sono condizione ottimale e indispensabile , per creare opportunità di vera crescita , gli altri sono specchi formidabili attraverso cui scoprire i nostri mille difetti e impurità .
Quando noi gradatamente scopriamo la nostra natura , ne capiamo l'utilità , ma allo stesso tempo i limiti , impariamo ad accettarci , scopriamo il significato profondo delle cose ,ne vediamo la logica essenziale , intravediamo i nostri orizzonti finali , , percepiamo la grandezza del disegno divino e finalmente rassicurati ci riempiamo di fiducia e certezza, nonostante quei mille difetti che ancora si agitano meccanicamente in noi.
QUINDI , l'ambito di ricerca è nella nostra interiorità , nei meccanismi che ci animano , nella nostra natura profonda , nerlle nostre pulsioni , istinti e reazioni ,sentimenti ed emozioni, la filosofia pur essendo una ottima palestra , se non portiamo la consapevolezza nel nostro mondo inconscio , rimane solo esrcizio dialettico e qualche volta, ostentazione di saccenza.
Con ciò cmq non voglio dire che non si debbano tentare nuove vie di indagine e concettualizzazione anche in ambiti sovralogici , ma che in ogni caso non possiamo sperare di ottenere una percezione profonda e ottimale della vita ,solo attraverso l'esercizio della logica.
“Se tu desideri la divina conoscenza e riconoscimento.....applica te stesso alle prove razionali e autorevoli. Poiché le prove sono come una guida verso il sentiero, è per loro mezzo che il cuore volge verso il Sole della Verità. E quando il cuore si rivolge verso il Sole, allora l’occhio si apre e riconosce il Sole per mezzo del Sole stesso. Pertanto, le prove non saranno più necessarie, poiché il Sole è completamente indipendente, e l’assoluta indipendenza non ha bisogno di nulla, comprese le prove.” - (Abdu’l-Bahá)
Il consiglio di Abdu’l-Bahá, rivolto a chi desidera cercare Dio, sembra sottolineare almeno due cose: primo, le prove razionali sono utili e necessari punti di partenza; secondo, la più profonda e adeguata conoscenza di Dio va al di là di tali prove ed è essenzialmente irrazionale (che va al di là della ragione). Abdu’l-Bahá evidenzia, in modo interessante, che il risultato dello studio di prove razionali, dovrebbe orientare il cuore del ricercatore verso Dio. Di conseguenza, produrre prove logiche non è cosa fine a se stessa, piuttosto un mezzo per aprire se stessi ad una più profonda esperienza della presenza divina.
(Tratto da "Esistenza di Dio - la prova scientifica" di William Hatcher)
"Esistenza di Dio - la prova scientifica" di William Hatcher