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Nei forum in genere la figura del moderatore se da un lato evita eccessi e conflitti , dall'altra rischia di esautorare alcune modalità di relazione , nella loro più realistica anche se a volte cruda e rozza dinamica di interazione.

Con ciò non si vuole però giustificare scontro , violenza ed offesa ,ma solo evidenziare che nel confronto un certo grado di conflittualità pare sia quasi fisiologica ed inevitabile , e che imparare da se stessi , evitando di cadere in una spirale di reazioni di attacco e difesa è un'arte imprescindibile , come basilare presupposto di una concreta maturità personale.

Nella speranza che questo forum rimanga un'isola sperimentale , autogestita ed automoderata ,proponiamo alcune linee guida che magari potrebbero garantirne un certo successo, le potete approfondire qui :

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    luomodelponte
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    Messaggio Da luomodelponte Dom Ott 23 2011, 03:42

    CI TROVI SU FACEBOOK

    The #GlobalrEvolution
    has already began.
    We are with you.
    Versión 1.0 "How to
    cook a pacific
    revolution". By
    “How to cook a
    pacific revolution”
    Indice
    • Presentazione
    – Obiettivi del documento
    – Come nacque il 15M? Breve storia
    • Cos'è la Spanish rEvolution?
    • Come fare una “acampada”?
    • Organigramma
    – Commisioni
    – Gruppi di lavoro
    • Assemblee, guida rapida
    • Diffusione
    • Rispetto
    • r-evoluzione pacifica
    • Sistemi de comunicazione
    • Contatto
    Versión 1.0 "How to
    cook a pacific
    revolution". By Spanish
    Versión 1.0 "How to
    cook a pacific
    revolution". By
    Objetivos del documento
    Tutti, in maggior o minor misura, sognamo di cambiare il mondo, salvo poi abbandonare questo
    sogno pensando che noi da soli non possiamo fare nulla. Da Spanish rEvolution inseguiamo
    instancabilmente questo sogno e siamo convinti che tutti insieme possiamo ottenerlo e lo
    otterremo. Ma siamo anche coscienti del fatto che ogni persona può solo cambiare il suo intorno e
    il mondo è molto vasto. Per quello abbiamo deciso di creare questo documento, per aiutare tutte
    le persone che hanno il nostro stesso sogno ad organizzarsi, mobilitarsi, sviluppare e creare, per
    cmabiare il mondo insieme.
    Questo documento vuole essere un DIY (Do It Yourself) in cui si riversa tutto ciò che stiamo
    imparando dalla nascita della Spanis rEvolution, dal modo di organizzarsi, passando attraverso
    sistemi assembleari, forme di diffusione di rete, cosa fare di fronte a cariche della polizia, azioni
    che stiamo sviluppando, connessioni con altre rEvoluzioni internazionali, come essere un
    movimento pacifico e orizzontaleetc....
    Obiettivi:
    •Servire da guida per creare un sistema di organizzazione simile a Spanish rEvolution
    •Dare consigli e informazioni utili su come costruire un accampamento
    •Insegnare il sistema assembleare
    •Ispirare l'azione mediante la conoscenza delle diverse iniziative in diversi paesi
    •Informare su esperienze e situazioni che potrebbero evitarsi
    Speriamo che questo documento vi sia utile. Per qualsiasi informazione non esitate a contattare la
    commissione World estension Team di Spanish rEvolution.
    Versión 1.0 "How to
    cook a pacific
    revolution". By
    Come nacque il 15M?
    Da gennaio o febbraio del 2011 un gruppo nominato “Democracia Real Ya” decise di convocare una
    manifestazione per il 15 maggio davanti al malessere economico, politico e sociale in cui si trovava
    la società spagnola. Durante i mesi successivi numerose persone fecero proprio l'appello e le reti
    sociali fecero il resto.
    Il 15 maggio in tutte le grandi città spagnola ci fu
    una manifestazione, a Madrid con 50'000 persone.
    Ueste manifestazioni si chiusero con più di una ventina
    di detenzioni alla manifestazione di Madrid.
    Dopo la manifestazione un gruppo di persone si riunì nella centralissima Plaza de Sol e decisero di
    pensare cosa potevano fare. Decisero di accampare. Il giorno successivo si realizzarono varie
    assemblee cittadine, l'ultima alle 20:00 del pomeriggio. In un'assemblea si riunirono più di 1000
    persone e decisero di creare diverse commissioni per lavorare. Le commissioni create in principio
    furono comunicaizone, alimentaizone, legale, estensione e infrastruttura. Al termine
    dell'assemblea ogni persona si univa alla commisione dove credeva di poter aiutare di più. Si creò il
    Twitter e il Facebook e il sito internet per la quale gli informatici lavorarono 3 giorni e notti senza
    fermarsi.
    Quella notte più persone dormirono nella Plaza de Sol.
    Prima dell'alba furono sgomberati dalla polizia e cominciò a diffondersi la notizia su Twitter e
    Facebook così come anche attraverso le mails delle commissioni creati il giorno precedente.
    Le reti sociali presero vita propria e si convocava una manifestazione spontanea alle 20:00 di quello
    stesso giorno. 15M era trendic topic in Spagna.
    E alle 8 successe questo:
    Cominciarono ad alzarsi tende, teloni, le
    Commissioni del giorno prima riunirono più
    Persone, comincio la collaborazione e la
    Spanish rEvolution.
    Si estese a livello nazionale come la polvere da sparo e il resto è storia.
    Versión 1.0 "How to
    cook a pacific
    revolution". By
    Cos'è la Spanish rEvolution?
    •Un movimento cittadino nato in modo spontaneo
    •Un movimento pacifico
    • Un movimento orizzontale, senza líders, senza cupole, senza nessuno al comando
    • Un movimento che sta cominciando ad imparare ad usare l'intelligenza collettiva per mezzo del
    metodo assembleare e le nuove tecnoligie
    • Un movimento innovatore che sta mettendo le basi della nuova forma di organizzazione sociale
    del secolo XXI
    • Un movimento eterogeneo formato da persone di ogni tipo di ideologia de età
    • Un gruppo di cittadini che credono che migliorare il mondo è possibile e si sono messi al lavoro
    La Spanish rEvolution, così come tutte le rEvoluzioni che stanno accadendo nel mondo,
    riguardano molte cose e per ognuno sarà diverso. Quelle che sono qui citate sono solo alcune e ci
    saranno persone che si troveranno d'accordo, altre no.
    Pero se in qualcosa siamo tutti d'accordo è una cosa: SPERANZA
    Non dubitare mai che un gruppo di cittadini
    pensanti e assidui possano cambiare il mondo.
    Infatti è l'unica cosa che ce l'ha fatta.
    Margareth Mead
    So, what are we waiting for?
    Versión 1.0 "How to
    cook a pacific
    revolution". By
    Come fare una “acampada”?
    L'ideale per fare un accampamento è aprofittare di una manifestazione o una
    convocazione di massa e che questa nasca spontaneamente. In questo modo è più
    semplice colgiere il momento e la pubblicità mediatica.
    Evidenziare che gli accampamenti sono un mezzo per ottenere i diversi obiettivi del
    movimento, non un fine in se stesso. Sono utili all'inizio, però a lungo termine sono
    difficili da mantenere, dilungarle nel tempo fa che il movimento perda appoggio sociale.
    Devono essere posizionate in luoghi visibili e cercando di disturbare il meno possibile i
    cittadini.
    In Spagna si realizzarono in piazze centrali de emblematiche delle città, imitando Piazza
    Tahir in Egitto, creando dalla notte al giorno una mini città dentro la città stessa.
    Tuttavia in Israele si accampa in lunghe vie pedonali con alberi che offrono ombra.
    Abilitare una zona per accamparsi e disegnare sul pavimento donde si riunisce ognuna
    del le commissioni enunciate nell'organigramma (all'inizio non servono tutte). Avere
    tavoli o qualcosa che gli somigli come anche sedie per poter lavorare meglio.
    Aspettare che le persone della città la conoscano e comincino a collaborare. E' molto
    importante che tutti sentano che stanno aiutando in qualche modo. Per quello quando
    una persona si avvicina il primo approccio è fondamentale e se chiedono cosa possono
    fare, ditelgi qualcosa, qualsiasi cosa o chiedete anche cosa piacerebbe loro fare. In
    questo modo si sentiranno utili e parteciperanno, formando parte del movimento.
    Questo è facile a dirsi, però farlo o pianificarlo è impossibile. La Spanish rEvolution è un
    cigno nero e vi auguriamo buona fortuna.
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    Organigrama
    In seguito presentiamo il sistema di organizzazione usato in alcune città di Spanish
    rEvolution
    Una città è divisa in diverse commissioni che si incaricano di un'area determinata
    (pagina successiva). Esistono anche numerosi gruppi di lavoro che si creano in
    funzione delle necessità specifiche, a volte durante un tempo determinato, de altre in
    modo permanente che posteriormente possono evolvere in commissioni
    L'assemblea di solito si fa ogni settimana, nel caso di Madrid la domenica, mentre le
    altre assemblee si riuniscono in funzione del loro livello di attività, alcune si riuniscono
    ogni settimana, altre ogni due, etc.
    Nota:Questo sistema di organizzaizone è quello usato nella città di Madrid, altre
    città spagnole non hanno lo stesso sistema di organizzazione od è leggermente
    diverso.e.
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    Organigrama
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    Organigrama
    Passiamo a descrivere la commissione più rappresentativa.
    − Comunicazione. Comunica all'esterno ciò che succede nel movimento. Due dei suoi compiti
    fondamentali sono l'interazione con i mezzi di comunicaizone e la diffusione dell'informazione attraverso
    siti e reti sociali. Conta su una sottocommissione di traduzione che aiuta a dare diffusione globale al
    movimento.
    Nella “acampada” ci si affidava ad un gruppo di portavoce. Questo gruppo di persone sono
    volontari, senza necessità di esperienze precedenti, che avevano realizzato un seminario per parlar ein
    pubblico (giornalisti e professori si offrirono per questo). Portavano fasce identificativeon parole come
    “portavoce”. La commissione di comunicazione gli aveva elaborato una lista di possibli domande che gli
    avrebbe potuto fare la stampa e la risposta ad ognuna di esse riguardo il consenso che aveva raggiunto il
    movimento. Se gli si facevano domande personali rispondevano, oppure no, però indicando che era la
    loro opinione personale e non riconducibile al movimento.
    Una sottocommissione era “audiovisivi” che si incaricava di tutto l'appoggio audiovisivo
    dell'accampamento. Erano gli incaricati di organizzare streaming all'assemblea, nei momenti di
    manifestazione usando livestream. Inoltre archiviavano tutti i video che arrivavano loro.
    Un'altra commissione è la diffusione in rete. Diffusione in rete si incarica di reti sociali di ogni
    genere. Questa commissione è formata da un numero ridotto di persone che godono del totale appoggio
    del movimento e si conoscevano per la maggior parte tra di loro anche prima o comunque nei giorni
    successivi. Le password le ocnoscono solo loro e le cambiano ogni tre o quattro giorni e se la riferisocno
    di persona. Non c'è nessun archivio su di esse per sicurezza.
    − estensione. Il ruolo di estensione è cambiato molto da quando si creò. Oggigiorno è divisa in quartieri,
    nazionale e internazionale che sono commissioni indipendenti. Però passiamo a spiegare come
    funzionarono i primi giorni e le loro funzioni.
    Il suo compito principale è quello di espandere il movimento in altre città del territorio nazionale in
    modo da diffondere il movimento e creare una rete di persone connesse. Questa azione si realizzava
    tramite la commissione comunicazione però era estensione quella che si occupava di rispondere alle mail
    provenienti dalle altre accampate o zone geografiche e risolvere i loro dubbi o problemi, oltre ad aiutarli
    ed informarli sulla struttura dell’accampata stessa.
    La commissione estensione, a sua volta, si è divisa il primo giorno di accampata in diversi sottogruppi per
    estendere il movimento e farlo arrivare alla cittadinanza in modo presenziale. Si sono creati questi
    gruppi: contatto, università, formazione e conservatori, INEM e centri culturali, trasporti, salute,
    immigrazione, lingue e quartieri. Ognuno di questi gruppi di lavoro doveva far conoscere l’accampata in
    ognuno dei settori precedentemente elencati, e anche se non fisicamente presenti nell’accampata
    facevano sì che se ne venisse a conoscenza: ogni persona agiva da amplificatore del movimento. Ha
    avuto eccellenti risultati.
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    Organigramma
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    Organigramma
    -Legale: offre assistenza legale al movimento, spiegando la situazione giuridica in cui si trova,
    mediando con la polizia e avvertendo circa i possibili rischi legali che possono presentarsi. Si creava
    giornalmente una lista degli avvocati disponibili nelle varie fasce orarie. Si scriveva su un cartello il
    loro nome, numero di cellulare e a che ora potevano essere contattati. Venivano anche annunciati al
    megafono e si chiedeva alla gente di scriversi a penna sul braccio questa lista di nomi e numeri così
    da poter contare sull’assistenza legale dei compagni del movimento in caso di arresto.
    -Dinamizzazione assembleare: si occupa di preparare la metodologia da seguire in assemblea:
    stabilire precedentemente l’ordine del giorno, moderazione, tempi di intervento, turno di parola ecc.
    Elabora anche il verbale dell’Assemblea Generale.
    -Informazione: si occupavano di informare sul movimento i cittadini che si avvicinavano. Avevano a
    diposizione volantini, mappe sulla situazione dell’accampata ecc.
    -Azione: organizza azioni interne (conferenze, incontri, eventi ludico-rivendicativi ecc) e pianifica
    azioni esterne di sensibilizzazione, informazione o pressione politica. Proponevano a turno attività
    teatrali, rappresentazioni, ecc …
    -Coordinazione interna: coordina il lavoro delle commissioni. Si occupa di elencare le decisioni prese
    dai singoli gruppi e di distribuirle ai punti info, coordina anche l’informazione essenziale a tutte le
    commissioni (ad esempio dove si trovano,quali sono i contatti, ecc).
    La sua funzione era quella di obbligare le commissioni a realizzare un rapporto quotidiano sulle
    attività svolte in modo da realizzare un monitoraggio del movimento che potesse servire a
    migliorare l’organizzazione in futuro e vedere cosa si stava facendo e come si stava progredendo.
    Settimanalmente creava un riassunto tipo newsletter con scopo puramente informativo per
    informare le varie commissioni dei progressi dei loro compagni. A sua volta questa newsletter veniva
    diffusa su internet e serviva a realizzare un’operazione di informazione costante per la cittadinanza.
    Vale a dire che chiunque fosse vicino al movimento ma impossibilitato a partecipare all’accampata
    poteva stampare 100 copie di quel documento e distribuirle nella sua zona, sui mezzi di trasporto o
    in strada. In questo modo si arrivava direttamente a quelli che non conoscevano l’iniziativa e si
    riusciva a coinvolgere tutti coloro che supportano il movimento apportando così il loro granello di
    sabbia.
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    -Infrastruttura: se c’è una commissione chiave in un’accampata è questa. Recupera i materiali
    necessari all’accampata o per le attività all’esterno: tende, posti di lavoro, distribuzione dello
    spazio, punti informativi, istallazione elettrica, generatori, bagni ecc). Buona parte dei materiali è
    frutto di donazioni, altrimenti venivano cercati nei cassonetti, nelle zone periferiche, nei centri
    sociali che li prestavano e chiedevano anche a volontari dotati di furgone di andare a prendere in
    zone distanti il materiale di cui avevano bisogno.
    Stilavano ogni giorno una lista con gli oggetti o i materiali di cui avevano maggiormente bisogno:
    teli, penne, nastro, chiodi, megafoni, cavi, lavagne, di tutto. Per questo, mettevano un colore al
    lato di ogni oggetto della lista: rosso, arancio o verde a seconda dell’urgenza. Ogni stallo della
    Spanish Revolution è stato interamente costruito da questa commissione con legno, cartone,
    plastica e molta volontà. Quando qualcuno aveva bisogno di un ampliamento nella propria
    commissione o c’era l’esigenza di aprire un nuovo spazio, ci si rivolgeva alla commissione
    infrastruttura e veniva immediatamente realizzato. Ricevevano anche tende, generatori ecc. e li
    distribuivano nel modo che ritenevano migliore.
    -Rispetto: garantisce l’ambiente pacifico e rispettoso, mediando in possibili incidenti e
    provocazioni e prevenendo situazioni rischiose. Lo fa unicamente con la forza delle parole, usa la
    comunicazione verbale per spiegare e convincere circa l’importanza di un ambiente rispettoso
    nell’accampata. Sono persone calme con esperienza nella mediazione dei conflitti.
    Sono intervenuti nelle risse notturne tra vagabondi. Quando le persone discutevano gridando
    senza ascoltarsi creando confusione, la commissione rispetto interveniva per mettere pace.
    Quando c’era qualche ubriaco, la commissione rispetto interveniva per aiutarlo e perché non
    molestasse gli altri.
    Indossavano giacche rinfrangenti gialle o arancio per essere facilmente riconoscibili e
    garantivano sempre la tranquillità dell’accampata.
    Nelle manifestazioni successive all’accampata c’erano sempre persone della commissione
    rispetto per evitare atti vandalici o violenti.
    -Infermeria: aiuta nei casi di primo soccorso e raccoglie e gestisce il materiale sanitario.
    -Alimentazione: raccoglie e gestisce le donazioni di cibo, stabilendo diversi turni per i pasti.
    -Pulizia: escogita modi per mantenere l’accampata pulita e salubre. Non è un servizio di pulizia:
    siamo tutti responsabili dello sporco che creiamo.
    -Proposte: questa commissione decise di creare delle urne da mettere in tutte le commissioni,
    all’interno delle quali le persone introducessero le proprie proposte per poi venire raccolte e
    analizzate dalle commissioni. Nello stand della commissione proposte c’erano urne di tutti i tipi:
    economia, ambiente, lavoro, educazione ecc.
    Organigramma
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    Assamblee, guida rapida
    Di cosa ha bisogno un'assemblea?
    Nelle pagine seguenti si spiega in maniera dettagliata il metodo assembleare e la metodologia
    utilizzata. Questa pagina serve da riassunto.
    - Un numero considerevole di persone
    - Attrezzatura audio (può bastare un megafono)
    - Attrezzatura ausiliaria
    - Una persona che stili il verbale e lo trasformi successivamente in formato digitale
    All’inizio di un’accampata è questo l’indispensabile, a mano a mano che il movimento cresce
    si introducono nuove metodologie come l’ordine del giorno ecc.
    E’ consigliabile riservare uno spazio per ogni commissione creata in modo che l’assemblea
    serva a comunicare ai presenti il lavoro che ognuna sta portando avanti.
    E’ anche importante lasciare turni di parola aperti dopo ogni intervento o proposta fatta
    affinché chiunque lo desideri commenti o migliori la proposta.
    All’inizio dell’assemblea e quando ancora non si abbia familiarizzato col processo
    assembleario è probabile che la maggior parte degli interventi siano di incoraggiamento o di
    appoggio. Questi interventi sono fondamentali ed è importante non interromperli, anche se
    non trattano l’argomento che si sta esaminando.
    Che tipo di assemblee si fanno all’inizio?
    - Assemblea generale
    - Un’assemblea per ogni commissione creata
    Con che frequenza si tengono?
    L’assemblea generale, all’inizio dell’accampata, si tiene due volte al giorno. Una tra le 12 e le
    14 e l’altra alle 20.
    Le assemblee dei vari gruppi di lavoro si tengono secondo le considerazioni del gruppo, si
    possono tenere una volta ogni due o tre giorni o una al giorno in base a quelle che sono le
    necessità.
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    Asamblee, guida rapida
    All’inizio di un’accampata non è necessario seguire le dinamica descritta qui di seguito. Questo è
    un riassunto del documento creato dalla dinamizzazione delle assemblee di Sol. In altre città o
    Paesi la metodologia cambia. Ad esempio in Grecia ogni interlocutore ha a disposizione un
    massimo 2 minuti per il suo intervento. Raccomandiamo di lasciare spazio all’iniziativa personale
    e che all’inizio non tutte le decisioni passino per l’assemblea.
    Che cos’è un’assemblea?
    E’ un organo di decisione partecipativa che cerca il consenso. Si cercano gli argomenti migliori per
    prendere la decisione maggiormente in accordo con le diverse opinioni. Il suo svolgimento deve
    essere pacifico, rispettando tutte le opinioni, lasciando tutti i pregiudizi e le ideologie a casa.
    Un’assemblea non deve concentrarsi su un discorso ideologico ma su questioni pratiche: “di cosa
    abbiamo bisogno? Come possiamo ottenerlo?”. L’assemblea si basa sulla libera associazione, se
    non si è d’accordo con quanto è stato deciso non si è obbligati a farlo. Ogni persona è libera di
    fare quello che vuole, l’assemblea cerca di creare intelligenza collettiva, linee comuni di pensiero
    e azione. Promuove il dialogo affinché ci conosciamo l’un l’altro.
    Che cos’è il consenso?
    È la forma di decisione finale dell’Assemblea per ogni proposta concreta analizzata. Le proposte
    possono essere presentate da una Commissione, da un Gruppo di Lavoro o da una persona a titolo
    individuale. Il consenso si raggiunge quando nell’assemblea NON c’è nessuna posizione totalmente
    contraria a quella presentata.
    Ogni proposta deve seguire questa formula:
    · Cosa si propone?
    · A che scopo si propone?
    · Come si svilupperebbe tale proposta se si raggiungesse il consenso?
    Riassumendo:cosa/perché/come.
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    Asamblee, guida rapida
    Ruoli (funzioni) per lo sviluppo dell'assemblea
    È importante mantenere la calma gestuale per non trasmettere all’assemblea sentimenti o
    impressioni personali: ricordiamo sempre il valore di un sorriso nei momenti di tensione o blocco.
    La fretta e la stanchezza sono nemici del consenso.
    Gruppo Logistica
    Da 3 a x persone incaricate di trovare e/o usare gli strumenti fisici necessari allo svolgimento
    soddisfacente dell’Assemblea (disegnano a terra la Mappa della Situazione per organizzare gli spazi,
    corridoi per permettere il movimento tra le persone sedute, controllano i megafoni, offrono sedie o
    sedili a persone con mobilità o energie diminuite, distribuiscono acqua o ombrelli in caso di alte
    temperature o prolungata esposizione al sole, ecc.)
    Persone assemblearie
    Sono tutte le persone che partecipano all’Assemblea oltre ai gruppi di dinamizzazione e alle
    Commissioni e ai Gruppi. Sono la Ragion d’essere dell’Assemblea, il suo principio e fine ultimo.
    Siamo tutti responsabili della dinamizzazione e della costruzione nell’Assemblea.
    La sua funzione: ascoltano i vari interventi, partecipano nelle questioni che richiedano dibattito
    attraverso i Turni di Parola e possono realizzare proposte individuali o considerazioni soggettive
    che vogliono condividere nei turni dei “Vari” (presenti normalmente alla fine di ogni Assemblea)
    dopo averlo richiesto ai compagni del Turno di Parola.
    Gruppo Coordinazione del Turno di Parola
    Una o due persone in stretta e costante collaborazione col “Gruppo Turno di Parola” incaricate di
    raccogliere le varie richieste di Turno di Parola che arrivano loro per ordinarle prima di passarle
    alla moderazione. Nel caso in cui ci si trovasse nel mezzo di un dibattito aperto, soprattutto se
    acceso, informano e coordinano i diversi Turni di Parola in attesa per evitare di ripetere gli stessi
    messaggi o per mediare tra posizioni simili, in modo da presentare alla moderazione un unico
    messaggio che comprende i contenuti comuni. Il/i coordinatore/i serve solo come filtro formale,
    in nessun caso giudicano il contenuto degli interventi. Per assicurarsi che gli oratori si attengano al
    tema devono prima ricordare quale è l’argomento trattato, nel caso in cui non sia relazionato
    devono informare dell’esistenza di altri spazi di dibattito e riflessione (speakers-corners, gruppi di
    lavoro …). Una volta coordinato l’intervanto, si indicheranno gli ordini stabiliti agli Assistenti
    affinché questi informino il moderatore, che darà spazio secondo l’ordine che gli verrà indicato.
    Versión 1.0 "How to
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    Gruppo Assistenti
    Due o tre persone che sostengono il moderatore. Sono il “Grillo Parlante” del moderatore, le
    uniche persone che si dirigono direttamente al moderatore favorendone la concentrazione e
    imparzialità. Si collocano intorno allo spazio di moderazione. Sono incaricate di aiutare la
    persona che modera a sintetizzare e riformulare le proposte in modo obiettivo e imparziale, di
    facilitare il flusso di informazioni in arrivo da “Coordinazione” al moderatore per dare spazio ai
    vari interventi secondo un ordine adeguato, di evitare che le persone assemblearie distraggano
    la concentrazione del moderatore e devono anche aiutare coloro che abbiano difficoltà a parlare
    in pubblico, “correggere” piccoli errori grammaticali, annotare possibili errori nella sintesi di ogni
    intervento, avvisare di qualche cambio improvviso dell’ultima ora, ri-sistemare l’Ordine del
    Giorno in caso di difficoltà, ecc. In caso di assemblee molto numerose si può distinguere la
    figura dell’Assistente Diretto per ordinare le cose in modo ancor più preciso al moderatore.
    Si occupano di:
    · Dare il benvenuto ai presenti
    · Informare circa la natura e il funzionamento dell’Assemblea
    · Presentare i Gruppi di Dinamizzazione e le loro funzioni
    · Moderare in modo positivo e conciliante le possibili divergenze senza sostenere
    in nessun caso una delle posizioni presentate
    · Informare dell’evoluzione di ogni giro di posizioni a favore e contrari nei processi
    di Consenso Indiretto
    · Ricapitolare brevemente ogni intervento nei suddetti giri di dibattito e quegli
    interventi che lo richiedano
    · Ripetere i consensi così come messi a verbale.
    Asamblee, guida rapida
    Gruppo Verbali
    Due persone incaricate di prendere nota di quegli interventi non messi per iscritto. In caso di
    risoluzione di consenso potranno richiedere di ripetere testualmente i punti accordati in modo
    da essere approvati dall’Assemblea e poterli scrivere correttamente. Normalmente uno prende
    nota a mano e l’altro al computer per confrontare i verbali in caso di necessità.
    Nel caso in cui stessero esposti al sole in modo diretto, il Gruppo Logistica collocherà due
    persone dotate di ombrelli per offrire loro ombra.
    Alla fine dell’Assembla dovranno leggersi i punti di consenso affinché risultino chiari.
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    LINGUAGGIO SIMBOLICO ACCORDATO PER L’ESPRESSIONE COLLETTIVA DI TUTTA L’ASSEMBLEA
    Per rendere agili i processi di espressione collettiva nell’Assemblea, sono stati decisi i seguenti
    gesti corporali per esprimere i seguenti fattori:
    * APPLAUSO/ACCORDO: Si alzano le mani aperte facendo ruotare i polsi
    * DISACCORDO: Si incrociano gli avambracci formando una specie di X sulla testa.
    * “E’ GIA’ STATO DETTO/TI STAI RIPETENDO”: Si muovono le braccia facendo girare le mani su
    se stesse come la richiesta di “cambio” usata negli sport.
    * “IL TUO INTEVENTO SI STA ALLUNGANDO TROPPO”: Le braccia estese a croce si chiudono
    lentamente come se fossero le lancette dell’orologio che si incontrano sulla testa una volta
    che si siano uniti i palmi delle mani.
    * “NON TI SI SENTE BENE”: Ci si indica le orecchie o si muove la mano dal basso verso l’alto
    per indicare che si “alzi il volume” della voce.
    Che cos’è l’Ordine del Giorno di un’Assemblea? A che serve?
    L’Ordine del Giorno è il sommario dei temi che verranno trattati in Assemblea. Serve a non
    lasciare nessun tema importante fuori dalla discussione, a mantenere un ordine nella natura degli
    interventi e a calcolare più o meno il tempo massimo di durata di ogni blocco. Lo redige e
    organizza il Gruppo di Dinamizzazione e dev’essere ben chiaro al moderatore di turno perché sarà
    la sua guida basilare di contenuti. La commissione di dinamizzazione assemblearia non giudica né
    decide in nessun caso i contenuti dell’ordine del giorno, semplicemente li ordina in accordo con i
    rappresentanti di ogni commissione e gruppo di lavoro che avranno partecipato ad ogni riunione
    preparatoria.
    È il copione con le linee fondamentali che si tratteranno in Assemblea circa le tematiche da
    discutere ed è conveniente leggerlo all’inizio dell’Assemblea per informare e rendere partecipi
    tutti i presenti. Con l’esperienza, ogni Assemblea andrà migliorando il disegno di quest’elenco,
    soddisfacendo gli aspetti che consideri più o meno importanti. Raccomandiamo che
    nell’elaborarlo si stabilisca un tempo limite di durata dell’assemblea in funzione ai temi da trattare
    e al numero dei partecipanti: se diventa troppo lunga perderemo la concentrazione e non sarà
    produttiva.
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    Diffusione
    Riguardo la diffusione è importante avere tanti utenti nelle principali reti sociali del tuo Paese per
    poter informare nel modo più diretto la popolazione. Se ne occupa la commissione
    comunicazione.
    Nelle manifestazioni questa commissione dispone di una rete di collaboratori che usano i propri
    computer per trasmettere in streaming quello che sta succedendo in tempo reale: in questo modo
    resta tutto documentato.
    Creare pagine web del movimento che servano da punto informativo, così come raccogliere i
    verbali è invece il compito del gruppo informatico, che a Sol si chiama Hacksol.
    Le stesse assemblee servono come forma di diffusione del movimento, oltre ad azioni come
    manifestazioni, incontri ecc.
    Anche realizzare magliette e flyers aiuta.
    Rispetto
    Si è già parlato dell’importanza della commissione rispetto per la rivoluzione pacifica ma si deve
    insistere su quest’aspetto.
    SIAMO TUTTI “RISPETTO”
    Non è necessario chiamare la Commissione Rispetto quando vediamo che si sta creando una
    situazione violenta o quando due persone stanno discutendo animatamente. Siamo tutti
    “Rispetto”, possiamo intervenire tutti e mediare in questa situazione affinché non peggiori.
    Quale è allora la necessità dell’esistenza di “Rispetto”? La necessità che in situazioni estreme ci
    sia qualcuno disposto ad agire. Sono i coraggiosi dell’accampata quelli che devono sempre
    mantenere la calma e cercare di calmare gli altri.
    Il loro compito va oltre. Si occupano di sensibilizzare tutti riguardo il linguaggio offensivo che a
    volte usiamo, e ricordare che in fin dei conti siamo tutti persone. Per questo insistono
    sull’importanza di non insultare la polizia o le forze dell’ordine perché in fin dei conti eseguono
    solo degli ordini che vengono dall’alto e molti di loro sicuramente stanno dalla nostra parte.
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    Sistemi di comunicazione
    I sistemi di comunicazione creati vengono descritti qui di seguito, sia quelli a livello di
    accampata che a livello virtuale, nazionale e internazionale.
    Nelle accampate
    Nell’accampata la comunicazione era a livello personale e tra commissioni. Alcune persone
    facevano da collegamento tra due o più commissioni o perché conoscevano persone
    all’interno o perché vi avevano svolto compiti.
    Un’altra forma di comunicazione interessante è l’uso di canali IRC specifici intra-accampata,
    ovvero un canale IRC dove ogni commissione abbia un nome in modo da permettere una
    comunicazione fluida e in tempo reale, sebbene per questo sia necessario che ogni
    commissione disponga di un computer con internet. A Sol sfortunatamente non avevamo
    questo tipo di comunicazione che sarebbe stata molto utile.
    Virtuali
    Qui si creavano pagine web specifiche, mailing list di ogni commissione, gruppi di lavoro su
    Google, una rete sociale del movimento chiamata n-1, blog dei quartieri che venivano linkati
    alla pagina principale, web a livello internazionale e assemblee virtuali sia nazionali che
    internazionali, oltre a tutte le reti sociali.
    Nazionali
    Due mesi dopo la diffusione delle accampate si tenne un incontro a livello nazionale a cui
    parteciparono persone da tutta la Spagna, con lo scopo di conoscersi e di arrivare a punti
    comuni. Sono stati realizzati vari incontri di questo tipo.
    La commissione di estensione nazionale così come commissioni di maggiore azione
    nell’accampata facevano assemblee o incontri
    virtuali in chat (IRC) o a voce usando TeamSpeaker, Skype, ecc.
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    Rivoluzione pacifica
    PERCHE' LA NON VIOLENZA?
    Fin dall'inizio del movimento 15M, i poteri vogliono etichettarlo come violento. Cercano di
    renderlo radicale. E' il loro modo di neutralizzarlo, di ridurre la sua pluralità, di espropriarlo della
    sua legittimità, di diminuire l'appoggio sociale.
    D'altra parte, se siamo non violenti, gli rendiamo le cose difficili e non sanno come attaccarci. La
    non violenza ci permette di esprimerci per le strade in molti modi: circolare e fermarci, parlare
    con la gente, gridare le nostre domande, manifestare rabbia ma anche allegria, fare della nostra
    fragilità una forza, rompere con il prevedibile, con quello che si aspettano da noi. Alle nostre
    manifestazioni partecipano le famiglie, si mobilita tutta la società.
    Cosa abbiamo imparato
    Ciò che abbiamo imparato in questi pochi mesi, ciò che dobbiamo valorizzare e potenziare, è che
    abbiamo costruito un movimento fatto di diversità, inclusività, orizzontalità, intelligenza
    collettiva, ingegno, ispirazione, un movimento molto attivo ma pacifico e non violento, che
    avanza nell'autorganizzazione a livello locale e internazionale. Queste sono le chiavi che ci
    permetteranno di cambiare il mondo e le nostre vite.
    Non violenza nel DNA
    Il 15M è un movimento pacifico e non violento: è parte della sua essenza e, oltre ad essere già
    stato sottolineato nel secondo manifesto, è pura evidenza. Qualcuno lo ha detto: "è nel nostro
    DNA".
    Azione permanente di fronte al conflitto
    Non violenza non significa evitare il conflitto. Abbiamo occupato piazze, manifestato senza
    permesso, bloccato sfratti, cacciato la polizia dai quartieri, realizzato grandi
    mobilitazioni...Insomma, la non violenza del 15M non è passiva, non è osservanza della legalità
    nè assunzione dei termini convenzionali della politica ma è attiva, ribelle, disobbediente nei
    confronti delle ingiustizie e creativa. La non violenza forza a considerare il conflitto con i nostri
    termini, scegliendo noi gli scenari, dando il ritmo e usando la metodologia che ci beneficia
    maggiormente.
    Enormi passi avanti
    Il 15M è riuscito in ciò che altri movimenti più "radicali" provano a fare da anni senza successo:
    ha ottenuto un ampio appoggio popolare.
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    Rivoluzione pacifica
    La non violenza ci rende imprevedibili
    Il movimento è stato molto intelligente nel non cadere in provocazioni e nell'evitare
    continuamente le situazioni e le trappole create appositamente. La violenza ci rende prevedibili:
    rafforza le posizioni e i ruoli (poliziotto=repressore, manifestante=vittima). Ognuno sa chi è,
    quale è la sua identità e cosa deve provare per l'altro.
    Queste situazioni le evitiamo perchè non vogliamo che ci spingano verso la spirale, già ben nota,
    di azione violenta-repressione-arresti-feriti-paura-rancore-reazione-campagne antirepressive in
    cui perdiamo tutta l'iniziativa per continuare a farci domande fondamentali quali: come
    vogliamo vivere insieme, in che modo vogliamo essere governati, cosa fare con la ricchezza
    prodotta da tutti, come migliorare le nostre vite etc.
    La non violenza lavora rompendo la logica del contrario
    La violenza cerca di debilitare l'altro, annullarlo o eliminarlo fisicamente. La non violenza lavora
    vincendo psicologicamente, emotivamente colui che è contrario, disarmandolo delle sue
    argomentazioni, rompendo la sua logica, realizzando azioni imprevedibili, creative e sempre
    basate sulla forza della coerenza, dell'etica e delle domande giuste. Lavora contro i
    rappresentanti del potere, ma non contro le persone (es. poliziotti) che sono altre vittime del
    sistema.
    Bisogna allenarsi alla non violenza
    Il nemico contro cui lottiamo è un sistema con dei valori e una "logica" che, in primo luogo,
    riguardano noi stessi (ad esempio: ci sono mille scelte quotidiane con cui sosteniamo questo
    sistema di cui facciamo parte tutti).Non tutto è fatto a misura nostra. Abbiamo atteggiamenti e
    comportamenti che possiamo cambiare per fare la nostra parte e produrre questi cambiamenti.
    Questo richiede apprendimento: a relazionarsi in modo diverso con gli altri, a cambiare
    comportamenti esclusivi o discriminatori, ad avere una condotta proattiva. A includere il "noi"
    nella nostra vita. C'è una grande "potenza di umanizzazione" nel movimento 15M. Sosteniamo
    che siamo esseri umani e non merce nelle mani di politici e banchieri.
    Antecedenti della non violenza
    Ci sono molti antecedenti di lotte non violente nella storia che possiamo evidenziare. Possiamo
    ispirarci alle proposte e alle azioni del Mahatma Gandhi nell'India dell'inizio del XX secolo, nelle
    lotte di M.L. King che lavorò per i diritti civili dei neri negli USA, in Africa con l'azione di Kwame
    Kkrumah in Gana e in America Latina con Mario R. Cobos (Silo) con la sua non violenza attiva.
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    Rivoluzione Pacifica
    La disobbedienza civile
    La non violenza lavora con diversi strumenti: il "vuoto" nei confronti del potere, la denuncia, la
    non cooperazione con l'ingiustizia e la violenza. La non violenza però ha anche un'altra forma di
    lotta legittima che è la disobbedienza civile di fronte a leggi ingiuste. Uno dei massimi esponenti
    della disobbedenza civile a cui possiamo ispirarci è Henri David Thoreau.
    Violenza e non violenza sono compatibili?
    L'esperienza dice che la violenza, quando sorge, si colloca sempre al centro di quanto sta
    succedendo, come se fosse un vortice che risucchia e trascina tutto il resto. La non violenza può
    esprimersi in molti modi, la violenza solo in uno. Alle azioni non violente partecipa molta gente
    diversa, a quelle violente partecipa sempre gente appartenente a un determinato profilo.
    Gli inafferrabili
    Quanto più restiamo inafferrabili, senza fronti definiti nè retroguardia, nè leaders, ne portavoce,
    nè quartier generale, nè sigle, nè classificazione definita (che sia antisistema, sinistra, destra etc),
    senza nulla che si possa catturare, smantellare, occupare, segnalare...., quanto più aperti, in più
    posti (anche in altri Paesi) , quanto più avanziamo in questa direzione, più forti saremo per la
    gente che ci vedrà come riferimento e più invulnerabili di fronte ai poteri.
    In cosa applicarci
    Non dobbiamo sprecare troppa energia per far cadere questo sistema. Lo farà da solo. Il nostro
    lavoro può consistere nel costruire modelli nuovi. Perchè se cade tutto...torniamo alla preistoria?
    Abbiamo bisogno di costruire il movimento sociale con nuovi modelli economici, di
    organizzazione e relazione sociale, di cultura, spiritualità, nuovi modelli di istruzione, sanità etc.
    Le diverse forme di violenza
    Oltre alla violenza fisica, che è la più evidente e "visiva", la violenza si manifesta in molte forme:
    c'è la violenza economica quando c'è sfruttamento, c'è violenza poltica quando si impedisce la
    partecipazione, c'è violenza religiosa quando si impongono credenze e c'è fanatismo, c'è violenza
    istituzionale quando esistono abuso di potere e leggi ingiuste, c'è violenza nella cultura quando
    si emarginano altre culture, c'è violenza di genere quando di discrimina per il sesso, c'è violenza
    generazionale quando a causa dell'età si perdono i diritti nonchè la violenza psicologica.
    La non violenza lotta non solo contro la violenza fisica ma contro tutte le forme di violenza. Il
    pacifismo in generale si basa sul rifiuto della violenza fisica.
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