Ho idea però che molti intendano in maniera diversa la consapevolezza, come si diceva in altre discussioni forse l'essere consapevoli di ciò che si è riguarda altro per altra gente?
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Consapevolezza
zyg- Messaggi : 171
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Consapevolezza
Questa parola circola sempre ovunque e ha molti e diversi significati per ognuno di noi. Per me essere consapevoli è prendere coscienza di ogni cosa ci circondi e ci riguardi sia nelle immediate vicinanze, freddo caldo, aria consumata, pura, quello che mangiamo, sentiamo, viviamo con ogni senso e quello che avviene in questo istante anche dall'altra parte del mondo, senza lasciare nulla all'irriflessività, all'automatismo, ma tutto deve essere coscientemente esperito e utilizzato di conseguenza.
Ho idea però che molti intendano in maniera diversa la consapevolezza, come si diceva in altre discussioni forse l'essere consapevoli di ciò che si è riguarda altro per altra gente?
Ho idea però che molti intendano in maniera diversa la consapevolezza, come si diceva in altre discussioni forse l'essere consapevoli di ciò che si è riguarda altro per altra gente?
Kame- Messaggi : 640
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- Messaggio n°2
Re: Consapevolezza
Come ogni termine viene usato in relazione all'argomento che si vuole trattare e così è per la consapevolezza.
Per questioni inerenti lo spirito l'essere consapevole è aprire la mente a tale realtà e sorge subito un vizio di fondo infatti se da un lato quello che chiamo fede personale è anche un atto della ragione essa trae le radici soprattutto nel "fatto" interiore la dove appunto la mente tace.
In questo caso la consapevolezza è il risultato di un cammino nel profondo di se stessi che a tratti mette in luce gli avanzamenti raggiunti o meglio tale consapevolezza. Questa può divenire strutturale all'essere e quindi si potrebbe parlare anche impropriamente di coscienza dato che in gergo comune la coscienza è appunto il livello raggiunto.
In breve la consapevolezza nel lato spirituale è quella risonanza interiore che informa di se anche il lato mentale (elevandolo) e fisico (guarendolo) e si può parlare in certi modi o termini non già per sentito dire ma per pratica, cioè in questo caso non sto riportando frasi o esperienze vissute da altri e pappagallate ma un cammino sperimentato che denota certe caratteristiche. Sarebbe anche bello il confronto con altre esperienze dato che il tema parla appunto di spiritualità a confronto.
Per questioni inerenti lo spirito l'essere consapevole è aprire la mente a tale realtà e sorge subito un vizio di fondo infatti se da un lato quello che chiamo fede personale è anche un atto della ragione essa trae le radici soprattutto nel "fatto" interiore la dove appunto la mente tace.
In questo caso la consapevolezza è il risultato di un cammino nel profondo di se stessi che a tratti mette in luce gli avanzamenti raggiunti o meglio tale consapevolezza. Questa può divenire strutturale all'essere e quindi si potrebbe parlare anche impropriamente di coscienza dato che in gergo comune la coscienza è appunto il livello raggiunto.
In breve la consapevolezza nel lato spirituale è quella risonanza interiore che informa di se anche il lato mentale (elevandolo) e fisico (guarendolo) e si può parlare in certi modi o termini non già per sentito dire ma per pratica, cioè in questo caso non sto riportando frasi o esperienze vissute da altri e pappagallate ma un cammino sperimentato che denota certe caratteristiche. Sarebbe anche bello il confronto con altre esperienze dato che il tema parla appunto di spiritualità a confronto.
luomodelponte- Messaggi : 420
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- Messaggio n°3
Re: Consapevolezza
Per prendere coscienza di qualcosa, è necessario prestarvi attenzione.
la differenza essenziale tra coscienza e consapevolezza è che la prima si limita a descrivere ciò che percepisce, la seconda invece cerca di darne un senso,ma, per dare senso a qualcosa, bisogna andare al di là dell’informazione percettiva, estrapolandone i possibili significati , racchiusi , a questo punto necessariamente entra in gioco la componente soggettiva.
esistono diversi “gradi di coscienza”: saremmo tanto più coscienti di una cosa, quante più saranno le informazioni ad essa connesse.
ed esistono più “gradi di consapevolezza", ma essendo essa legata alla complessità dei significati intrinseci delle cose,inevitabilmente ricade in ambito soggettivo e per questo è importante comunicare e confrontarsi .
In linea generale la cosapevolezza tanto è più profonda e verace , tanto più produce atteggiamenti realistici e chiarezza di vedute , serenità di fondo , certezza interiore e capacità di incidere proficuamente nella realtà interiore ed esteriore.
Non credo di sbagliare molto affermando che l'amore incondizionato e pragmatico è uno delle risultanze di un tale avanzato processo.
la differenza essenziale tra coscienza e consapevolezza è che la prima si limita a descrivere ciò che percepisce, la seconda invece cerca di darne un senso,ma, per dare senso a qualcosa, bisogna andare al di là dell’informazione percettiva, estrapolandone i possibili significati , racchiusi , a questo punto necessariamente entra in gioco la componente soggettiva.
esistono diversi “gradi di coscienza”: saremmo tanto più coscienti di una cosa, quante più saranno le informazioni ad essa connesse.
ed esistono più “gradi di consapevolezza", ma essendo essa legata alla complessità dei significati intrinseci delle cose,inevitabilmente ricade in ambito soggettivo e per questo è importante comunicare e confrontarsi .
In linea generale la cosapevolezza tanto è più profonda e verace , tanto più produce atteggiamenti realistici e chiarezza di vedute , serenità di fondo , certezza interiore e capacità di incidere proficuamente nella realtà interiore ed esteriore.
Non credo di sbagliare molto affermando che l'amore incondizionato e pragmatico è uno delle risultanze di un tale avanzato processo.
Kame- Messaggi : 640
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- Messaggio n°4
Re: Consapevolezza
luomodelponte ha scritto:
Non credo di sbagliare molto affermando che l'amore incondizionato e pragmatico è uno delle risultanze di un tale avanzato processo.
Oppure anche al contrario
il concetto di amore incondizionato è anche esso un elemento non definibile che però è agganciato al concetto di consapevolezza, la consapevolezza e l'amore incondizionato vanno di pari passo.
Il processo della consapevolezza non può portare all'amore incondizionato dato che secondo me sono le due facce della stessa medaglia. Anche l'amore incondizionato è dinamico e come tale è destinato a crescere, tale e quale la consapevolezza.
zyg- Messaggi : 171
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- Messaggio n°5
Re: Consapevolezza
Vi leggo, ho detto la mia da atea ma volendo potrei anche approfondire su vie spirituali zen di osservazioni del SE meditazione e simili, ce sono più affini al mio ateismo ma per ora vorrei leggere qualcosa connesso alla spiritualità, teistica? o deistica
abramelin18- Messaggi : 249
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- Messaggio n°6
Re: Consapevolezza
Sei una atea Cattolica,Ortodossa,Valdese,Islamica,Indù o Politeista?
Cioè non credi nel Dio Cattolico,in quello Ortodosso,in quello Valdese,in quello Islamico,in quello Indù o non credi in nessuno degli dei?
E come fai a non credere in ciò che non conosci?
Per non credere in nessun Dio,devi conoscerli tutti.
Tu credi in Buddha?
Credi in Lao-Tzu?
Credi in Mahavir?
Questi ultimi 3 non sono dei.
occhi_che_sorridono- Messaggi : 83
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- Messaggio n°7
Re: Consapevolezza
"Consapevolezza" per me è un traguardo da raggiungere ogni giorno un poco di più, è cercare di vivere la vita in modo totalmente presente, senza lasciarsi vivere, "è esserci" con mente, corpo, anima, quindi riguarda in primo luogo la coscienza di se stessi nel profondo e poi degli altri e del mondo che ci circonda ma va anche oltre, cioè tende ci porta verso l'inizio e la fine di tutto, ci porta alla sintonia col Padre, ci porta alla fonte dell'Amore.
zyg- Messaggi : 171
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- Messaggio n°8
Re: Consapevolezza
Condivido tutto fino alle ultime due righe escluse però, e questo è anche quanto propongono certe vie spirituali orientali. Vivere nell'attimo presenti a se stessi al mille per mille. E non sempre è facile.
zyg- Messaggi : 171
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- Messaggio n°9
Re: Consapevolezza
Ma è ovvio che non li conosco, nessuno li conosce nemmeno chi dice di crederci, semplicemente si fa un salto di fede nell'impossibilità di stabilire con certezza l'esistenza o meno di qualcosa e se era questo che volevi dire te lo confermo, alla base del mio ateismo c'è fede, la ragione imporrebbe solo di fermarsi all'impossibilità di decidere, l'agnosticismo ma ancora da un lato la vedo pragmaticamente alla William James, con la sua volontà di credere se questo fa star bene (nel mio caso la volontà è contraria), dall'altro come ho già detto la sensazione è sentimentale, emozionale, ovvero Dio se c'è non ha giustificazione davanti ala male del mondo, ma è anche logica e razionale verso un Dio personale, proprio per via dell'esistenza del male non può esisetere un dio infinitamente buono e onnipotente, o è onnipotente e può eliminare il male ma non lo fa e quindi non è buono o lo è ma non può eliminare il male e quindi non è onnipotente. Se però mi parli di Wakan Tanka allora divento più agnostica, potrebbe anche esistere.abramelin18 ha scritto:
Sei una atea Cattolica,Ortodossa,Valdese,Islamica,Indù o Politeista?
Cioè non credi nel Dio Cattolico,in quello Ortodosso,in quello Valdese,in quello Islamico,in quello Indù o non credi in nessuno degli dei?
E come fai a non credere in ciò che non conosci?
Per non credere in nessun Dio,devi conoscerli tutti.
Tu credi in Buddha?
Credi in Lao-Tzu?
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Questi ultimi 3 non sono dei.
Kame- Messaggi : 640
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- Messaggio n°10
Re: Consapevolezza
Ma, parlare di conoscenza in determinati campi significherebbe essere già arrivati a destinazione quindi questo termine seppure potrebbe indicare la conoscenza di qualcosa puramente teorico. La pratica è conoscenza ma mai totale e quindi procede di pari passo in base a quanto noi ci spingiamo e la spingiamo avanti.
Conoscere un o tutti i credi religiosi non c'entra nulla con la religione personale che è vissuto interiore ed evoluzionario al contempo.
Conoscere un o tutti i credi religiosi non c'entra nulla con la religione personale che è vissuto interiore ed evoluzionario al contempo.
maybe- Messaggi : 20
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- Messaggio n°11
Re: Consapevolezza
Penso che la consapevolezza sia uno stato dell'essere che si raggiunge dopo molto tempo e con molti fallimenti. Implica una spietata onesta' intellettuale e una "fede" intima molto determinata. E' con la nostra esistenza che facciamo i conti consapevolmente; la prima consapevolezza da raggiungere e' quindi qual'e' lo "scopo" della nostra personale esistenza.
Si puo' essere convinti di essere al mondo per essere scrittori, o musicisti, o ingegneri...
Se per es. credo di avere la consapevolezza di essere scrittore, devo avere anche il coraggio di accettare le eventuali critiche e dichiarare falsa questa consapevolezza nel momento in cui mi accorgo della mia mediocrita'. Qui si aprirebbe un altro discorso che coinvolge l'autosservazione critica e imparziale, che implica il distacco, che implica la meditazione...
E' un percorso lunghissimo che solo pochi fortunati riescono a focalizzare in breve tempo.
Vi e' poi una consapevolezza generale; per es. oggi si dovrebbe avere la consapevolezza della decadenza delle religioni basate su un potere temporale, come cattolicesimo e islam, ma, come possiamo tutti notare, questo non accade per nulla.
La consapevolezza personale e' importante, ma il fine ultimo dovrebbe essere la consapevolezza generale e per questa non c'e' molto da fare se non sperare in un risveglio delle coscienze.
Si puo' essere convinti di essere al mondo per essere scrittori, o musicisti, o ingegneri...
Se per es. credo di avere la consapevolezza di essere scrittore, devo avere anche il coraggio di accettare le eventuali critiche e dichiarare falsa questa consapevolezza nel momento in cui mi accorgo della mia mediocrita'. Qui si aprirebbe un altro discorso che coinvolge l'autosservazione critica e imparziale, che implica il distacco, che implica la meditazione...
E' un percorso lunghissimo che solo pochi fortunati riescono a focalizzare in breve tempo.
Vi e' poi una consapevolezza generale; per es. oggi si dovrebbe avere la consapevolezza della decadenza delle religioni basate su un potere temporale, come cattolicesimo e islam, ma, come possiamo tutti notare, questo non accade per nulla.
La consapevolezza personale e' importante, ma il fine ultimo dovrebbe essere la consapevolezza generale e per questa non c'e' molto da fare se non sperare in un risveglio delle coscienze.
luomodelponte- Messaggi : 420
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- Messaggio n°12
Re: Consapevolezza
tutto nasce col pensiero ,la colpa è del pensiero , il pensiero indaga e si rende cosciente e consapevole delle implicazioni e delle relazioni tra le cose dell'esistenza.
Ove volgiamo il nostro sguardo (il pensiero) ivi si articola la nostra coscienza.
Se guiardiamo il cielo saremo coscienti del cielo e così via.
Volgendo come cerchiamo di fare noi la nostra ,mente verso i significati profondi dell'esistenza è probabile che gradatamente e anche inconsciamente si sviluppi una nuova possibile visione e consapevolezza , poichè il pensiero pur essendo traviato dalla nostra emotività ed istinti o pulsioni e condizionamenti , in se stesso vive di una certa autonomia e luce propria , e piano piano si fà strada un consapevolezza , fatta quasi di certezze vitali , come fossero percezioni dirette.
In pratica i nostri difetti distorcono il pensiero e ne rendono difficoltoso il procedere linearmente e velocemente verso la meta .
Spesso la consapevolezza si manifesta come un barlume improvviso di luce , come una intuizione e una improvvisa rivelazione.
Non di secondaria importanza , la verità non può che illuminare ed edificare , esprimere l'amore che è celato nella essenza di tutte le cose , e ridare gioia e speranza.
Quindi quando peveniamo a delle consapevolezze veraci , ne saremo subito informati , per la forte carica ed energia che ci pervade.
Il pensiero di per se è luce , se non fosse per le controindicazioni della nostra natura inferiore .
Se otteniamo il distacco emotivo , il pensiero in buona misura diviene quasi immediata e pragmatica percezione della realtà.
I pregiudizi , le fantasie , le illusioni , le superstizioni , i desideri prepotenti , le paure e le ansie ossessive, gli istinti di competizione di possesso , l'ego , sono tutti riflessi naturali ed inevitabili di una natura primordiale che distorcono drammaticamente il pensiero.
Imbrigliando le nostre energie ed esistenze in un pantano di sentimenti di frustrazioni , di reazioni , di odio e di conflitto , di sentuimenti di inadeguatezza o di superiorità , nella sopraffazione e nel vicolo buio e cieco dell'individualismo estremo.
Ove volgiamo il nostro sguardo (il pensiero) ivi si articola la nostra coscienza.
Se guiardiamo il cielo saremo coscienti del cielo e così via.
Volgendo come cerchiamo di fare noi la nostra ,mente verso i significati profondi dell'esistenza è probabile che gradatamente e anche inconsciamente si sviluppi una nuova possibile visione e consapevolezza , poichè il pensiero pur essendo traviato dalla nostra emotività ed istinti o pulsioni e condizionamenti , in se stesso vive di una certa autonomia e luce propria , e piano piano si fà strada un consapevolezza , fatta quasi di certezze vitali , come fossero percezioni dirette.
In pratica i nostri difetti distorcono il pensiero e ne rendono difficoltoso il procedere linearmente e velocemente verso la meta .
Spesso la consapevolezza si manifesta come un barlume improvviso di luce , come una intuizione e una improvvisa rivelazione.
Non di secondaria importanza , la verità non può che illuminare ed edificare , esprimere l'amore che è celato nella essenza di tutte le cose , e ridare gioia e speranza.
Quindi quando peveniamo a delle consapevolezze veraci , ne saremo subito informati , per la forte carica ed energia che ci pervade.
Il pensiero di per se è luce , se non fosse per le controindicazioni della nostra natura inferiore .
Se otteniamo il distacco emotivo , il pensiero in buona misura diviene quasi immediata e pragmatica percezione della realtà.
I pregiudizi , le fantasie , le illusioni , le superstizioni , i desideri prepotenti , le paure e le ansie ossessive, gli istinti di competizione di possesso , l'ego , sono tutti riflessi naturali ed inevitabili di una natura primordiale che distorcono drammaticamente il pensiero.
Imbrigliando le nostre energie ed esistenze in un pantano di sentimenti di frustrazioni , di reazioni , di odio e di conflitto , di sentuimenti di inadeguatezza o di superiorità , nella sopraffazione e nel vicolo buio e cieco dell'individualismo estremo.
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- Messaggio n°13
Re: Consapevolezza
L'annullamento del pensiero e' il fine della meditazione buddista o zen o anche induista, ma loro, a differenza di noi, non hanno fretta, si danno un po' di vite di tempo per riuscire.luomodelponte ha scritto:tutto nasce col pensiero ,la colpa è del pensiero , il pensiero indaga e si rende cosciente e consapevole delle implicazioni e delle relazioni tra le cose dell'esistenza.
Ove volgiamo il nostro sguardo (il pensiero) ivi si articola la nostra coscienza.
Se guiardiamo il cielo saremo coscienti del cielo e così via.
Volgendo come cerchiamo di fare noi la nostra ,mente verso i significati profondi dell'esistenza è probabile che gradatamente e anche inconsciamente si sviluppi una nuova possibile visione e consapevolezza , poichè il pensiero pur essendo traviato dalla nostra emotività ed istinti o pulsioni e condizionamenti , in se stesso vive di una certa autonomia e luce propria , e piano piano si fà strada un consapevolezza , fatta quasi di certezze vitali , come fossero percezioni dirette.
In pratica i nostri difetti distorcono il pensiero e ne rendono difficoltoso il procedere linearmente e velocemente verso la meta .
Spesso la consapevolezza si manifesta come un barlume improvviso di luce , come una intuizione e una improvvisa rivelazione.
Non di secondaria importanza , la verità non può che illuminare ed edificare , esprimere l'amore che è celato nella essenza di tutte le cose , e ridare gioia e speranza.
Quindi quando peveniamo a delle consapevolezze veraci , ne saremo subito informati , per la forte carica ed energia che ci pervade.
Il pensiero di per se è luce , se non fosse per le controindicazioni della nostra natura inferiore .
Se otteniamo il distacco emotivo , il pensiero in buona misura diviene quasi immediata e pragmatica percezione della realtà.
I pregiudizi , le fantasie , le illusioni , le superstizioni , i desideri prepotenti , le paure e le ansie ossessive, gli istinti di competizione di possesso , l'ego , sono tutti riflessi naturali ed inevitabili di una natura primordiale che distorcono drammaticamente il pensiero.
Imbrigliando le nostre energie ed esistenze in un pantano di sentimenti di frustrazioni , di reazioni , di odio e di conflitto , di sentuimenti di inadeguatezza o di superiorità , nella sopraffazione e nel vicolo buio e cieco dell'individualismo estremo.
Infatti, non basta vedere oper essere consapevoli, così come non basta sapere che uccidere e' male per eliminare gli assassini. Ci vuole tempo e apprendimento, e in questo campo, purtroppo, l'apprendimento avviene principalmente attraverso gli errori.
Quando l'uomo vive una situazione aberrante, passa molto tempo prima che la veda e altrettanto tempo prima che acquisti la consapevoplezza che quella situazione era errata e di conseguenza non cada piu' a ripeterla
luomodelponte- Messaggi : 420
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- Messaggio n°14
Re: Consapevolezza
l'annullamento dell'attaccamento , quello è l'unico che possiamo sia pur con uno sforzo titanico moderare e persino annullare , l'annullamento del pensiero ??? quando si riuscirà a togliere il calore dai raggi del sole , allora si riuscirà ad annullare il pensiero , io credo che alcune menti confuse , desiderando strumentalizzare le mode orientali a loro vantaggio , abbiano elaborato false teorie e finte tecniche di meditazione .
IL pensiero non può mai sopendersi , mentre possiamo ben sospendere il guiudizio e la valutazione personale , come è possibile interrompere temporaneamente il dialogo interiore .
IL pensiero non può mai sopendersi , mentre possiamo ben sospendere il guiudizio e la valutazione personale , come è possibile interrompere temporaneamente il dialogo interiore .
maybe- Messaggi : 20
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- Messaggio n°15
Re: Consapevolezza
delpo, tu quando dormi pensi?luomodelponte ha scritto:l'annullamento dell'attaccamento , quello è l'unico che possiamo sia pur con uno sforzo titanico moderare e persino annullare , l'annullamento del pensiero ??? quando si riuscirà a togliere il calore dai raggi del sole , allora si riuscirà ad annullare il pensiero , io credo che alcune menti confuse , desiderando strumentalizzare le mode orientali a loro vantaggio , abbiano elaborato false teorie e finte tecniche di meditazione .
IL pensiero non può mai sopendersi , mentre possiamo ben sospendere il guiudizio e la valutazione personale , come è possibile interrompere temporaneamente il dialogo interiore .
Magari si puo' avere la sembianza di pensare, all'interno di un sogno, ma non e' proprio la stessa cosa, giusto?
Eppure se dormi, non significa che sei morto...
Non vedo che attinenza vi sia fra il togliere calore al sole e annullare il pensiero.
Il sole e' una stella nell'universo, nulla possiamo decidere per esso, mentre il pensiero e' parte integrante di noi stessi.
Il fatto e' che non siamo padroni di noi stessi.
Per divenire tali e' necessario un lunghissimo percorso, lungo anche diverse vite, secondo zen buddisti e induisti.
E' solo la nostra innata fretta che non ci fa comprendere questo, e non comprendendo, non siamo consapevoli.
Da cui: la comprensione e' il primo passo verso la consapevolezza?
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- Messaggio n°16
Re: Consapevolezza
Può essere che si confonde la consapevolezza con altre cose.
Quello che comprendiamo attraverso il processo della mente e quindi della coscienza non sarà mai tutta la consapevolezza possibile. Abbiamo e viviamo di un sommerso che è paragonabile alla punta dell'iceberg e quasi sempre ci confondiamo con questa punta e ne parliamo come se fosse tutto. Non è così, almeno per quello che ne so. Infatti da un momento all'altro potremmo passare ad una consapevolezza molto maggiore senza aver sperimentato o conosciuto nulla. E questo come mai? Dipende dalla nostra vita interiore che purtroppo o per fortuna è quasi tutta nel sommerso. Il pensiero nel senso del processo della mente non va fermato ma semmai abituato a lavorare in un certo modo, l'attaccamento è qualcosa che esiste la dove quella risorsa interiore non è ancora andata a destinazione. Una volta sistemato quell'aspetto allora l'attaccamento scopmarirà gradualmente senza esercizi di meditazione o altro.
Quello che comprendiamo attraverso il processo della mente e quindi della coscienza non sarà mai tutta la consapevolezza possibile. Abbiamo e viviamo di un sommerso che è paragonabile alla punta dell'iceberg e quasi sempre ci confondiamo con questa punta e ne parliamo come se fosse tutto. Non è così, almeno per quello che ne so. Infatti da un momento all'altro potremmo passare ad una consapevolezza molto maggiore senza aver sperimentato o conosciuto nulla. E questo come mai? Dipende dalla nostra vita interiore che purtroppo o per fortuna è quasi tutta nel sommerso. Il pensiero nel senso del processo della mente non va fermato ma semmai abituato a lavorare in un certo modo, l'attaccamento è qualcosa che esiste la dove quella risorsa interiore non è ancora andata a destinazione. Una volta sistemato quell'aspetto allora l'attaccamento scopmarirà gradualmente senza esercizi di meditazione o altro.
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- Messaggio n°17
Re: Consapevolezza
Puo' essere e' la traduzione del mio nick, quindi ti do ragione.Kame ha scritto:Può essere che si confonde la consapevolezza con altre cose.
Quello che comprendiamo attraverso il processo della mente e quindi della coscienza non sarà mai tutta la consapevolezza possibile. Abbiamo e viviamo di un sommerso che è paragonabile alla punta dell'iceberg e quasi sempre ci confondiamo con questa punta e ne parliamo come se fosse tutto. Non è così, almeno per quello che ne so. Infatti da un momento all'altro potremmo passare ad una consapevolezza molto maggiore senza aver sperimentato o conosciuto nulla. E questo come mai? Dipende dalla nostra vita interiore che purtroppo o per fortuna è quasi tutta nel sommerso. Il pensiero nel senso del processo della mente non va fermato ma semmai abituato a lavorare in un certo modo, l'attaccamento è qualcosa che esiste la dove quella risorsa interiore non è ancora andata a destinazione. Una volta sistemato quell'aspetto allora l'attaccamento scopmarirà gradualmente senza esercizi di meditazione o altro.
Ma il puo' essere andrebbe anche esteso a tutto.
Quindi se tu dici che la consapevolezza, di cui pero' non dai un termine preciso, puo' essere <
Così come l'allenare il pensiero verso una certa direzione puo' essere una forma di meditazione.
Le sole prove concrete che possiamo avere sono nel vissuto; ogni volta che assumiamo un'affermazione o una convinzione, la vita ci mette alla prova.
Gia' accorgersi di essere messo alla prova concorre al percorso verso la consapevolezza, per es.
maybe- Messaggi : 20
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- Messaggio n°18
Re: Consapevolezza
maybe ha scritto:
Puo' essere e' la traduzione del mio nick, quindi ti do ragione.
Ma il puo' essere andrebbe anche esteso a tutto.
Quindi se tu dici che la consapevolezza, di cui pero' non dai un termine preciso, puo' essere "molto maggiore senza aver sperimentato o conosciuto nulla", io potrei anche risponderti che hai gia' sperimentato in centinaia di vite precedenti. Puo' essere, giusto?
Così come l'allenare il pensiero verso una certa direzione puo' essere una forma di meditazione.
Le sole prove concrete che possiamo avere sono nel vissuto; ogni volta che assumiamo un'affermazione o una convinzione, la vita ci mette alla prova.
Gia' accorgersi di essere messo alla prova concorre al percorso verso la consapevolezza, per es.
Kame- Messaggi : 640
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- Messaggio n°19
Re: Consapevolezza
La vera consapevolezza non si può descrivere ma di solito essa si scambia per altro.
Io chiamo consapevolezza l'insieme di tutto l'uomo che come tale non è soltanto ragione e logica ma soprattutto spirito, ne deriva che ogni volta che diamo una descrizione della consapevolezza dimentichiamo qualcosa. Le vite precedenti non c'entrano nulla ne con l'argomento ne tanto meno in genere. Si sta parlando di consapevolezza ed ho appena detto che non è possibile quantificarla ma non per fare un parallelo con la teoria della reincarnazione quanto per la sua stessa struttura.
Tale teoria prevede continue rinascite che portino appunto verso quella consapevolezza ultima che permetta di staccare il discorso sperimentativo della nascite. Per me la consapevolezza porta inevitabilmente verso un processo mentale e spirituale armonico e di proseguimento. Quindi laddove questo processo sfocia nella Identificazione o Identità un individuo (consapevole) non ha bisogno di ritorni ma invece può proseguire il viaggio. Ovvero consapevolezza per proseguire qualcosa che inizia nel presente o al massimo indietro fino alla nascita. L'espansione che sembra avere l'universo già ci indica in prospettiva l'ambire dell'uomo.
Così la stagnazione (o rinascita) o l'immobilità è sinonimo di morte (osserviamo se l'universo è immobile) mentre il movimento è il segno della vita. Non ha un senso vero e proprio rinascere per stazionare nella stessa dimensione infatti sarebbe un po come un morire vero e proprio, rinascere è indice di diversità dimensionale (semmai) e di progresso spirituale, cosa che questa improbabile ipotesi sembra non considerare.
Infatti il maggior progresso spirituale che potremmo fare in questa dimensione corrisponderebbe se vogliamo ad un unico livello. Da qui l'evidente errore dovuto al fatto che per es. 500 reincarnazioni non aggiungano assolutamente nulla alla possibilità di incrementale tale livello. I livelli successivi sono da ricercarsi altrove e non su un pianeta dove il tempo è semifermo. 2000 anni fa in questo senso stavamo pressappoco come oggi, quindi se si fosse nati al tempo di Gesù ed oggi la differenza sarebbe nulla. Non si vuol capire che l'esperienza è un conto e lo spirito è un altro non a caso questa teoria deriva da un ragionamento filosofico più che spirituale, sembrerebbe spirituale ma se ci pensiamo (anche in base a quanto detto sopra) è l'antitesi del discorso spirituale.
Io chiamo consapevolezza l'insieme di tutto l'uomo che come tale non è soltanto ragione e logica ma soprattutto spirito, ne deriva che ogni volta che diamo una descrizione della consapevolezza dimentichiamo qualcosa. Le vite precedenti non c'entrano nulla ne con l'argomento ne tanto meno in genere. Si sta parlando di consapevolezza ed ho appena detto che non è possibile quantificarla ma non per fare un parallelo con la teoria della reincarnazione quanto per la sua stessa struttura.
Tale teoria prevede continue rinascite che portino appunto verso quella consapevolezza ultima che permetta di staccare il discorso sperimentativo della nascite. Per me la consapevolezza porta inevitabilmente verso un processo mentale e spirituale armonico e di proseguimento. Quindi laddove questo processo sfocia nella Identificazione o Identità un individuo (consapevole) non ha bisogno di ritorni ma invece può proseguire il viaggio. Ovvero consapevolezza per proseguire qualcosa che inizia nel presente o al massimo indietro fino alla nascita. L'espansione che sembra avere l'universo già ci indica in prospettiva l'ambire dell'uomo.
Così la stagnazione (o rinascita) o l'immobilità è sinonimo di morte (osserviamo se l'universo è immobile) mentre il movimento è il segno della vita. Non ha un senso vero e proprio rinascere per stazionare nella stessa dimensione infatti sarebbe un po come un morire vero e proprio, rinascere è indice di diversità dimensionale (semmai) e di progresso spirituale, cosa che questa improbabile ipotesi sembra non considerare.
Infatti il maggior progresso spirituale che potremmo fare in questa dimensione corrisponderebbe se vogliamo ad un unico livello. Da qui l'evidente errore dovuto al fatto che per es. 500 reincarnazioni non aggiungano assolutamente nulla alla possibilità di incrementale tale livello. I livelli successivi sono da ricercarsi altrove e non su un pianeta dove il tempo è semifermo. 2000 anni fa in questo senso stavamo pressappoco come oggi, quindi se si fosse nati al tempo di Gesù ed oggi la differenza sarebbe nulla. Non si vuol capire che l'esperienza è un conto e lo spirito è un altro non a caso questa teoria deriva da un ragionamento filosofico più che spirituale, sembrerebbe spirituale ma se ci pensiamo (anche in base a quanto detto sopra) è l'antitesi del discorso spirituale.
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- Messaggio n°20
Re: Consapevolezza
Nella tua pregevole esposizione, che lascia intuire intuito, aggiungerei solo che se noi siamo e' soprattutto grazie allo "spirito", successivamente visualizzato in dio semidio (in qualche modo bisogna pur spiegarsi) e pure dea e semidea, il quale prevede che in noi esso debba stare, guidare e migliorarci e tutto l'astratto elevato a infinito di possibilita' e di livelli potrebbe aspettarci dopo, ma quel "debba stare in noi" significa anche "bisogno di", lo spirito ha bisogno di vita, per questo noi tendiamo al miglioramento, almeno in teoria, e comunque non a prescindere dal senso di sopravvivenza. Dunque tutto gioca la sua parte importante, altrimenti, perdonami, non solo non avrebbe senso rinascere, ma neppure nascere...
Considerare lo spirito come ente " a se' stante" si dice il vero, ma non si aggiunge che pure esso deve la sua esistenza alla nostra.
In questa ottica la possibilita' della reincarnazione, acquista una logica particolare. Svolge il ruolo di "a sua immagine e somiglianza"
Considerare lo spirito come ente " a se' stante" si dice il vero, ma non si aggiunge che pure esso deve la sua esistenza alla nostra.
In questa ottica la possibilita' della reincarnazione, acquista una logica particolare. Svolge il ruolo di "a sua immagine e somiglianza"
Kame- Messaggi : 640
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- Messaggio n°21
Re: Consapevolezza
Se noi siamo veramente è grazie allo Spirito o "spirito" ma anche grazie alla Volontà.
Lo spirito non dovrebbe essere visualizzato ma semmai "sentito" similmente alla classica figura dell'Angelo Custode e infatti è lui che in qualche modo ci custodisce, sempre che noi ci facciamo custodire.
Quindi un conto è lo "spirito" che ci anima e un conto è lo Spirito Puro al quale dovremmo tendere (non in questa vita ma in proiezione molto futura).
In effetti non questo "spirito" ma lo Spirito Puro ha bisogno di Amare e lo fa ologrammandosi in tanti "spiriti" guida (se vogliamo usare anche una immagine).
Questo "spirito" non ha bisogno di nulla e in effetti potrebbe starsene in qualche posto li per l'eternità e non sentire alcuna esigenza. E allora ci sarà pu un motivo che lo spinge a questo compito per certi versi non semplice? E si. Se questo "spirito" è veramente Immagine olografica dello Spirito Madre avrà pur qualcosa che vorrà inseguire essendo lui un probabile candidato per quella fusione che difficilmente potrebbe avvenire tra Spirito Madre e Selvaggi quasi completi come noi.
Tale "spirito" non deve la sua esistenza alla nostra, come dicevo sopra esso è indipendente e autonomo.
Nell'ottica invece del discorso fatto la Volontà unita allo "spirito" acquista la logica importantissima della vera reincarnazione dimensionale ad oltranza e come estremo per l'eternità.
Infatti l'ascesa che porta allo Spirito Madre non è cosa da poco e anche se sostenuta dalla stessa immagine e somiglianza (non noi quale materia ovviamente ma lo "spirito") ha una evoluzione con tendenza verso l'infinito attraverso questo pilota esperto che deriva proprio dalla stessa fonte e che quindi ci guiderebbe (se noi lo volessimo) verso quel porto sicuro che è la Fonte stessa.
Lo spirito non dovrebbe essere visualizzato ma semmai "sentito" similmente alla classica figura dell'Angelo Custode e infatti è lui che in qualche modo ci custodisce, sempre che noi ci facciamo custodire.
Quindi un conto è lo "spirito" che ci anima e un conto è lo Spirito Puro al quale dovremmo tendere (non in questa vita ma in proiezione molto futura).
In effetti non questo "spirito" ma lo Spirito Puro ha bisogno di Amare e lo fa ologrammandosi in tanti "spiriti" guida (se vogliamo usare anche una immagine).
Questo "spirito" non ha bisogno di nulla e in effetti potrebbe starsene in qualche posto li per l'eternità e non sentire alcuna esigenza. E allora ci sarà pu un motivo che lo spinge a questo compito per certi versi non semplice? E si. Se questo "spirito" è veramente Immagine olografica dello Spirito Madre avrà pur qualcosa che vorrà inseguire essendo lui un probabile candidato per quella fusione che difficilmente potrebbe avvenire tra Spirito Madre e Selvaggi quasi completi come noi.
Tale "spirito" non deve la sua esistenza alla nostra, come dicevo sopra esso è indipendente e autonomo.
Nell'ottica invece del discorso fatto la Volontà unita allo "spirito" acquista la logica importantissima della vera reincarnazione dimensionale ad oltranza e come estremo per l'eternità.
Infatti l'ascesa che porta allo Spirito Madre non è cosa da poco e anche se sostenuta dalla stessa immagine e somiglianza (non noi quale materia ovviamente ma lo "spirito") ha una evoluzione con tendenza verso l'infinito attraverso questo pilota esperto che deriva proprio dalla stessa fonte e che quindi ci guiderebbe (se noi lo volessimo) verso quel porto sicuro che è la Fonte stessa.
luomodelponte- Messaggi : 420
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- Messaggio n°22
Re: Consapevolezza
riprendo questa frase che coglie a mio parere le dinamiche di evoluzione insite nella vita , che in un certo senso rendono la teoria della reincarnazione obsoleta e in disarmonia con tale processo infinito.maybe ha scritto:grazie allo "spirito".......il quale prevede che in noi esso debba stare, guidare e migliorarci e tutto l'astratto elevato a infinito di possibilita'
Infatti la nostra evoluzione è proiettata dinamicamente verso infiniti stadi di perfezione , mentre la reincarnazione prevede degli statici stadi evolutivi circiscritti e definiti , come se si raggiungesse un traguardo ultimo , mentre è facile che questo concetto di staticità sia dettato solo dalla nostra inadeguatezza a comprendere la reale portata e l'immensità del destino infinito che ci attende.
Chiarito questo , desidero ribadire secondo espsrienza tangibile e sperimentabile e non secondo teorie proiettate nel futuro da venire , che la coscienza riguarda la percezione fisica delle cose , mentre la consapevolezza riguarda il significato esistenziale di tali cose , la consapevelozza non è niente di trascendente è una condizione del pensiero che coglie il senso profondo , le implicazioni e nella sua accezione più elevata i significati spirituali che l'esistente e tutti i fenomeni ad esso connessi racchiudono simbolicamente nella loro essenza .
Punto , per me la consapevolezza e solo uno stato mentale di chiarezza e certezza , come ho detto in altre occasioni , il pensiero illuminato produce consapevolezza , certezza e conseguentemente conoscenza e man mano saggezza , aprendo le porte , della tolleranza , del distacco , della lungimiranza e larghezza di vedute e infine dell'amore incondizionato e spesso anche dello spirito di sacrificio ed umiltà.
Tutto questo malloppo, chiaramente si riversa anche nell'aspetto emotivo sentimentale , producendo sentimenti di armonia , di gioia di comunione col tutto e col Creatore.
In fondo credo che già siamo in ambito spirituale , per me lo spirito è arcano anelito di perfezione e di infinito , è il pensiero stesso, è' i sentimenti che ci agitano ... è tutto ...solo che non lo sappiamo.
maybe- Messaggi : 20
Data d'iscrizione : 09.02.11
- Messaggio n°23
kame
Tutto questo potrebbe farmi concludere che il senso dell'esistenza, come concetto, acquista valore di esistenza nel momento che un "alter" ne ha la consapevolezza.
Tu parli di spirito Madre, termine che mi piace, ma comunque vogliamo, questo apeiron, non può esistere per se' stesso, in quanto "esistere", come noi possiamo concepire, implica la presenza di un'altra esistenza consapevole dell'altra e viceversa.
Dunque per raggiungere il "livello esistenza" non avrebbe scelta.
Da qui parte la "creazione", che io preferisco vedere con altri occhi, non proprio religiosi.
Sempre ammettendo lo spirito come entita' che si divide, ogni cosa sarebbe comunque una sua emanazione, quindi noi abbiamo almeno la certezza di essere esistenze-emananzioni in grado di raggiungere la consapevolezza della sua esistenza.
Per farlo ognuno se la vede come crede, penso sia la cosa migliore.
Quello che tu chiami spiritoMadre io la chiamo semplicemente vita, termine che apposta comprende esistenza attiva, in grado di avere consapevolezza e poter soddisfare la qualita' di esistenza della vita stessa.
Tu parli di spirito Madre, termine che mi piace, ma comunque vogliamo, questo apeiron, non può esistere per se' stesso, in quanto "esistere", come noi possiamo concepire, implica la presenza di un'altra esistenza consapevole dell'altra e viceversa.
Dunque per raggiungere il "livello esistenza" non avrebbe scelta.
Da qui parte la "creazione", che io preferisco vedere con altri occhi, non proprio religiosi.
Sempre ammettendo lo spirito come entita' che si divide, ogni cosa sarebbe comunque una sua emanazione, quindi noi abbiamo almeno la certezza di essere esistenze-emananzioni in grado di raggiungere la consapevolezza della sua esistenza.
Per farlo ognuno se la vede come crede, penso sia la cosa migliore.
Quello che tu chiami spiritoMadre io la chiamo semplicemente vita, termine che apposta comprende esistenza attiva, in grado di avere consapevolezza e poter soddisfare la qualita' di esistenza della vita stessa.
Kame- Messaggi : 640
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- Messaggio n°24
maybe
Dovremmo pure considerare la nostra posizione e constatare che la nostra esistenza è del tipo personale ovvero dotata di individualità pensante ma non di altro. Lo Spirito Madre o come lo si voglia chiamare è molto di più e non potrebbe essere che in questo modo, infatti al contempo è personale e impersonale (lo dimostra la presenza silenziosa per chi ne ha la certezza) è immanente e trascendente è Esistenza e Non esistenza, è compimento ed evoluzione allo stesso momento. Quindi senza avventurarci troppo su questioni che poi in definitiva non ci potrebbero mai far chiarezza ( a questo nostro livello) mi sembra invece interessante che il nostro contributo riesca a creare una realtà altrimenti inesistente. Quindi noi siamo in grado di unirci oppure di armonizzarci con un frammento di questo spirito madre e di dare vita ad una Realtà Universale. Il fallimento di tale compito (se mai fosse contemplato) sarebbe una semplice esistenza come del resto già creduta tale da chi crede soltanto in se stesso a quello che vede e che sente e alla materia che lo circonda.
abramelin18- Messaggi : 249
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- Messaggio n°25
Re: Consapevolezza
Consapevolezza= SAPERE di NON essere il corpo,di NON essere la mente.Di NON essere l'emotività.(Patanjali)
E di qui non si scappa: inutile commentare e inutili sono i se,ma,sì però ecc.
O SAI o non SAI.
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